24.4.24

UNRWA: NESSUNA PROVA DA ISRAELE SU COLLUSIONE CON HAMAS

Aggiornamento sull'Agenzia che fornisce servizi essenziali e garantisce basilari diritti umani dei palestinesi sfollati a partire dal ’48: Israele aveva accusato una manciata di dipendenti dell'UNRWA di complicità nel 7 Ottobre, mentre un altro migliaio sarebbe collegato con Hamas e la Jihad Islamica Palestinese. Le accuse avevano comportato la sospensione dei fondi versati da diversi stati all'UNRWA.


A sua volta l'Agenzia ONU per il soccorso e il collocamento dei profughi palestinesi, che in questo momento deve far fronte soprattutto alla denutrizione dilagante a Gaza, aveva accusato Israele di aver estorto con la tortura delle confessioni da dipendenti ristretti.
Molti dei paesi hanno già ripreso a fornire finanziamenti all'agenzia per i rifugiati palestinesi e, pochi giorni fa, un'indagine interna all'ONU ha confermato che Israele non ha mai fornito alcuna prova a sostegno delle sue accuse.


Il rapporto fornisce, inoltre, decine di indicazioni per migliorare l'applicazione del principio di neutralità e afferma che l'Agenzia <<non è sostituibile ed è indispensabile>>, mentre i governanti sionisti si sforzano di eliminarla insieme al cosiddetto "diritto al ritorno".


Infine, l'Agenzia è stata anche oggetto di diverse campagne di delegittimazione, inclusa un'operazione di propaganda digitale.



Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi.
Un monumento con la chiave che simboleggia il diritto al ritorno dei palestinesi. Foto di Reina91 da Wikimedia rilasciata con licenza Creative Commons


LE ACCUSE FONDATE SOLO SULLA "VELINA-DOSSIER" ISRAELIANA

L'intelligence dello stato guidato dai fondamentalisti ebraici e fanatici sionisti aveva accusato l'UNRWA di essere collusa con Hamas, con un "dossier riservato" diffuso a mezzo stampa. In realtà, più che di un "dossier," si trattava di una velina governativa con accuse generiche, non supportate da prova alcuna: 12 dipendenti dell’agenzia (su un totale di circa 30mila, di cui almeno 2 morti nei massacri partiti dall'8 Ottobre) avrebbero supportato i miliziani nell'attentato del 7 Ottobre trasportando armi e controllando alcuni ostaggi. 

Dei 12mila dipendenti nella Striscia di Gaza, secondo il dossier dei servizi segreti, 1.200 (quindi il 10%) sarebbero collegati in qualche maniera ai miliziani. Tra questi 190 avrebbero avuto un ruolo operativo. La metà, quindi circa 6mila, avrebbe invece legami di parentela con i militanti (come se la parentela fosse una colpa). I dipendenti che sarebbero coinvolti direttamente nell’eccidio di Hamas, tra quelli ancora vivi, erano stati licenziati senza alcun accertamento giudiziario, con la promessa del vertice dell’agenzia, Philippe Lazzarini, di eventuali compensazioni per questi a indagini concluse.

A spalleggiare Israele ci si era messa anche una ONG ginevrina, UN Watch, che da tempo tenta di delegittimare l'UNRWA accusandola di anti-semtismo e di <<glorificare>> il nazismo.

A sua volta l'agenzia ONU accusava lo stato ebraico di aver estorto confessioni tramite indicibili torture per fabbricare accuse di collegamenti con i miliziani.



IL RAPPORTO E IL PRINCIPIO DI NEUTRALITÀ

Il 20 Aprile è stato pubblicato un rapporto stilato dal Gruppo di revisione guidato da Catherine Colonna, una commissione indipendente dell'ONU con il compito di <<assicurare l'aderenza dell'UNRWA al Principio Umanitario della Neutralità>>. Questo principio si affianca a quelli di umanità, imparzialità e indipendenza, e consiste nel <<non prendere parte alle ostilità o essere coinvolti in controversie di natura politica, razziale, religiosa o ideologica>>.

Nel documento si specifica che <<Israele deve ancora fornire prove>> sulle <<dichiarazioni pubbliche secondo cui un numero significativo di dipendenti dell'UNRWA sono parte dell'organizzazione terroristica>> e, quindi, sulle accuse che hanno dato avvio al lavoro della commissione.

Tra le varie cose lo stato sionista aveva anche dichiarato di aver fornito all'agenzia una lista con nominativi "sospetti" nel 2012. Il vertice dell'agenzia, Philippe Lazzarini, aveva risposto che dal 2020, anno in cui ha iniziato a guidare l'UNRWA, non aveva mai ricevuto alcuna comunicazione in merito. Nel documento si legge, infatti, che ogni anno è l'UNRWA che condivide una lista con nomi e funzioni dei dipendenti. La trasmette ai <<paesi che la ospitano (Libano, Giordania e Siria) e a Israele ed USA (...) è responsabilità di questi paesi avvisare l'UNRWA per qualsiasi informazione in base alla quale si possa ritenere che dei dipendenti non meritino immunità diplomatica. È degno di nota il fatto che il governo israeliano non ha informato l'UNRWA di alcun timore a riguardo sulla base di queste liste fin dal 2011>>, e quindi 9 anni prima che l'attuale segretario si insediasse.

Nonostante diverse criticità, in relazione al solo principio di neutralità, il rapporto comunque conferma che l'Agenzia ha già in piedi <<politiche, meccanismi e procedure per assicurare l'aderenza al principio di neutralità>>. L'UNRWA ha aperto anche diverse indagini per contrastare cattive condotte professionali, inclusa quella sopra menzionata e "parallela" al rapporto, avviata dopo la "velina-dossier" e intrapresa dall'Ufficio della per i servizi interni, il più alto organo investigativo delle Nazioni Unite.

Il documento di più di 50 pagine fornisce comunque una serie di indicazioni per contrastare una serie di violazioni del principio di neutralità e, in particolare, indica la necessità di maggiori controlli sulla selezione e formazione del personale. Le criticità maggiori, oltre allo stesso contesto fatto di <<conflitti ricorrenti, violenza, mancanza di progressi politici, cattive condizioni socio-economiche e il proliferare di gruppi armati>>, riguardano: l'espressione di idee politiche di membri dello staff, anche sui social media, minacce di alcuni sindacalisti <<politicizzati>> nei confronti di altri dipendenti dell'amministrazione che causano disagi operativi e, infine, il contenuto di alcuni testi scolastici.

Riguardo alle <<continue critiche>> di alcune ONG (si specifica che <<più del 90% di queste accuse sono sollevate dall'organizzazione Impact-SE>>) sul fatto che l'UNRWA diffonda informazioni antisemite nel sistema scolastico e sulla <<presunta presenza di discorsi d'odio>> il rapporto afferma, basandosi su alcuni studi, che sono stati trovati <<due contenuti faziosi e non conformi, ma nessuna evidenza di riferimenti antisemiti. Il 3,85% di tutti i i libri di testo>> presentano contenuti ritenuti inappropriati o non in linea con gli standard dell'UNESCO e le posizioni dell'ONU. <<Anche se marginali>>, continua il documento, <<questi argomenti costituiscono una seria violazione di neutralità. Tra le diverse questioni, quelle ricorrenti riguardano l'uso di mappe storiche in contesti non storici, per esempio senza indicare Israele; chiamare Gerusalemme la capitale della Palestina; nominare città in Israele come palestinesi; l'uso della parola sionista (per esempio riferirsi a Israle come "occupazione sionista)>>.

Quindi, secondo l'opinione di chi scrive, perlomeno in questo caso le Nazioni Unite sono addirittura troppo sbilanciate a favore dello stato coloniale-sionista, proprio in base alla loro stessa natura imparziale.



IL DIRITTO AL RITORNO E LA CAMPAGNA DI DELEGITTIMAZIONE DIGITALE

In foto un'insegna malandata dell'UNRWA
Foto di Roman Deckert rilasciata con licenza Creative Commons

I fascio-messianici-sionisti contrastano da sempre l'agenzia per i rifugiati palestinesi per minare il cosiddetto "diritto al ritorno". Si tratta del diritto riconosciuto dalla Risoluzione 194 dell'ONU ai profughi palestinesi e ai loro successori, di ritornare nelle terre occupate illegalmente da Israele o di ottenere compensazioni per la perdita o il danneggiamento delle proprietà. Un diritto mai garantito fino a oggi e che è strettamente legato proprio all'esistenza dell'UNRWA, che certifica lo status di rifugiato.

Non è un caso che l'UNRWA è stata oggetto di un'altra campagna di delegittimazione, come ha svelato il gruppo israeliano di "Fake Reporter" il mese scorso. Due siti web e i relativi account social, oltre a un terzo "asset" dell'operazione di propaganda, che è presente esclusivamente sui social, diffondevano fake-news sul 7 Ottobre, sulle proteste contro il genocidio e sull'UNRWA in "coordinamento" con almeno altri 500 falsi profili. Si tratta di "Unfold Magazine", "Non-Agenda" e "The Moral Alliance"

I profili in questione ricopiavano testi da altri giornali, o li riscrivevano tramite meccanismi automatici, combinandoli con contenuti del tutto inventati. Tra gli "obiettivi" della campagna c'erano anche diversi esponenti del partito democratico statunitense. I profili, che raggiungevano in totale all'incirca 40mila utenti, trattavano anche di altri argomenti per "penetrare" le reti del pubblico più progressista, al fine di spingere quanto più possibile la propaganda pro-Israele. Le incongruenze più lampanti riguardavano le descrizioni di alcuni "avatar" (alcuni attualmente sospesi da "X", fu Twitter) che si definivano come uomini o donne afroamericani o bianchi, mentre dalle foto del profilo emergeva esattamente l'opposto.

Al di là delle criticità riportate nel rapporto, resta il fatto che lo stesso riconosce l'insopprimibile ruolo dell'UNRWA in un contesto che definire "complicato" è un eufemismo.

In questi sette mesi di guerra abbiamo visto come la guida dello stato etno-teo-cratico israeliano se ne infischia dei più basilari diritti umani e del diritto umanitario internazionale, e cioè le leggi della guerra, riportandoci indietro di secoli in quanto a conquiste giuridiche. Per questo, quando si parla delle sfide che l'UNRWA ha di fronte e delle sue criticità, dobbiamo tenere bene in mente qual è il vero obiettivo dei fondamentalisti ebraici e dei colonizzatori sionisti: cancellare qualunque possibilità di ritorno e di riparazione per i palestinesi sopravvissuti alla pulizia etnica e ai loro discendenti. E, così facendo, cancellare qualunque prospettiva di pace, spingendoci sempre più verso il baratro di una guerra ancora più feroce, estesa e permanente.



Proto-Redazione


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